Il Presidente Esposito: “Lavoriamo costantemente per migliorare gli aspetti di ospitalità ed accoglienza e ci rammarichiamo molto quando si amplificano certi ragionamenti privi di logica che tramite la eco “social” mistificano la realtà delle cose”
Tiene banco in queste ore la notizia apparsa sulla stampa locale circa la “denuncia social” di un operatore del settore viaggi che etichetta come “perdita di un’ennesima opportunità” la chiusura della Certosa di Padula nella giornata di martedì 26 Marzo scorso. Denuncia poi ripresa da numerosi articoli con toni molto sarcastici racconta lo sdegno di un operatore turistico che, con 3 autobus da 54 posti pieni di visitatori, arriva a Padula e trova praticamente tutto chiuso.
A fronte di certe notizie, diffuse troppo spesso per suscitare dapprima curiosità e poi sdegno e frettolose critiche mi pongono l’assist, per mettere l’accento su alcuni punti essenziali spiega la coordinatrice provinciale di Assoviaggi Confesercenti Gisella Forte, in primis la Certosa di Padula è un complesso monumentale sotto tutela UNESCO, il cui patrimonio storico – artistico è gestito dalla Direzione regionale Musei (ex Polo Museale della Campania) per conto del Ministero dei Beni Culturali. Pertanto, in linea con quanto stabilito dal decreto 247/2016 sui Criteri per l’apertura al pubblico, la vigilanza e la sicurezza dei musei e dei luoghi della cultura statali, la Certosa osserva un giorno di chiusura settimanale.
Questo giorno è il martedì, lo è da sempre ed è chiaramente segnalato ovunque, dalla biglietteria ai siti internet. Creare una polemica social sterile e faziosa, sul perché sia chiusa, e perché di martedì, è voler gettare fango gratuito su uno dei grandi attrattori della Provincia di Salerno e dell’intero Sud Italia. Non solo: è non capire che il primo passo per la valorizzazione del patrimonio culturale passa per la sua tutela, che i beni culturali non sono un luna park, e che il loro rispetto, regolamentato per legge, non è un gioco, né tantomeno un prodotto da piegare esclusivamente alle esigenze di mercato.
D’altronde qualsiasi bene culturale ovunque nel mondo osserva almeno un giorno di chiusura settimanale, proprio perché le esigenze di tutela di un bene culturale sono le stesse dappertutto.
Secondo, la mancanza di una corretta informazione di chi organizza il viaggio! Il grave problema è questo, prosegue Gisella Forte, organizzatori di viaggio incapaci di verificare l’apertura di un sito prima di programmarne la visita, per i fornitori di servizi turistici vige l’obbligo di controllo di questi dati. Molto più facile invece scaricare un’incompetenza personale su una gestione pubblica mortificando un intero territorio.
Non bastasse, l’operatore continua con “Si è parlato negli anni di miglioramento dell’accoglienza, i risultati sono le porte chiuse, nemmeno un cristiano a indirizzare verso altre opportunità”: è piuttosto lapalissiano che nel giorno di chiusura stabilito le porte siano chiuse, e che “i cristiani” non indirizzino verso altre opportunità chi non dovrebbe stare lì! Questo succede a Padula come in qualsiasi luogo del mondo ci sia uno spazio museale chiuso in un determinato giorno, e sarebbe ben strano il contrario! Se si vuole fare un’analisi seria di problematiche e prospettive di miglioramento, le basi non possono e non devono essere queste.
È inaccettabile creare questo tipo di confusione, generare nei lettori la sensazione, completamente priva di ogni fondamento, che la Certosa abbia “perso l’ennesima opportunità” perché qualcuno non ha operato nel rispetto degli orari di visita e non non ha controllato il giorno di chiusura.
Siamo al fianco del territorio del Vallo di Diano, delle sue imprese e dei grandi attrattori culturali sparsi su tutta la nostra meravigliosa provincia, dichiara il Presidente di Confesercenti Provinciale Salerno Raffaele Esposito, lavoriamo costantemente per migliorare gli aspetti di ospitalità ed accoglienza e ci rammarichiamo molto quando si amplificano certi ragionamenti privi di logica che tramite la eco “social” mistificano la realtà delle cose.
Siamo certi che una maggiore attenzione a certe dinamiche da parte degli operatori e politiche regionali e provinciali sempre più improntate al dialogo ed alla concertazione pubblico privata potranno certamente dare maggiore impulso e valorizzazione alla nostra provincia alimentando le cosiddette buone pratiche locali.
La nostra organizzazione è impegnata in prima linea per il raggiungimento di questi obiettivi.
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