Consumi: passo indietro, nel 2023 saranno ancora sui livelli del 2016. Confesercenti, prospettive negative per famiglie e imprese

Consumi: passo indietro, nel 2023 saranno ancora sui livelli del 2016. Confesercenti, prospettive negative per famiglie e imprese

Nel quarto trimestre del 2022 -2,5 miliardi di spesa. L’Associazione di categoria scrive al Presidente Draghi: Garantire prestiti a tasso zero alle attività economiche con rateizzazioni in 5 anni

L’ombra del caro-bollette e dell’inflazione si allunga sul Natale (e non solo). La riduzione del potere d’acquisto delle famiglie si tradurrà infatti in una brusca frenata dei consumi: con gli attuali livelli di inflazione la spesa diminuirebbe di 2,5 miliardi rispetto al terzo trimestre 2022.

A stimarlo è Confesercenti.

Molto deboli sono diventate anche le prospettive per il 2023, quando l’incremento dei consumi si fermerebbe al +0,6%, a fronte di un’inflazione che rimarrebbe superiore al 5% in media annua. Una frenata che rimanderebbe a data da destinarsi la ripresa dei consumi: a fine 2023, continuerebbero a mancare 28,6 miliardi rispetto al periodo pre-pandemia, con consumi che tornerebbero ai livelli del 2016.

Un pesante ridimensionamento del benessere delle famiglie, che devono ridurre la spesa e la gamma dei beni e servizi acquistati per far fronte all’aumento dei prezzi di energia e alimentari. Secondo rilevazioni Ipsos per Confesercenti il 73% degli italiani ha difficoltà o non riesce affatto a far fronte all’aumento delle bollette energetiche. E addirittura il 92% prevede di tagliare la propria spesa, a partire da quelle per ristoranti, bar, vacanze e abbigliamento.

A rimetterci anche le imprese, che si trovano schiacciate tra l’aumento dei costi per luce e gas e il rallentamento dei consumi.

“L’energia è un bene primario che sta alla base dello svolgimento di ogni attività economica. Se questa si trasforma in bene raro, distrugge la rete delle imprese e mette in crisi la coesione sociale”, commenta la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise.

“Dobbiamo subito fare qualcosa – continua la presidente De Luise -. Le prospettive sul futuro di tante imprese del terziario si stanno velocemente deteriorando e mettono a rischio ripresa economica e coesione sociale. Noi stiamo mettendo a disposizione degli associati un plafond per anticipare gli importi delle bollette: ma possiamo farlo solo per un numero limitato di imprese. Serve un intervento del governo: il prossimo provvedimento potrà contare su altri 13 miliardi di euro, e dobbiamo usare queste risorse per dare stabilità alle attività economiche. Abbiamo scritto al Presidente del Consiglio per chiedere non solo un tetto alle tariffe di luce e gas sulla base dei costi medi del 2021, ma anche per mettere a disposizione delle imprese finanziamenti a tasso zero, garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia, con rateizzazioni a 5 anni, per pagare le bollette.  In questo modo basterebbero 6 miliardi di euro, poco più di miliardo l’anno, per garantire fino a 35 miliardi di prestiti senza interessi per oltre un milione di imprese”.

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