Turismo, Confesercenti scrive al Comune di Roma su accertamenti illegittimi del contributo di soggiorno: “errore grave, si verifichino responsabilità dell’amministrazione”

Turismo, Confesercenti scrive al Comune di Roma su accertamenti illegittimi del contributo di soggiorno: “errore grave, si verifichino responsabilità dell’amministrazione”

Assoturismo Roma, come aveva sostenuto, gli accertamenti condotti dal comune di Roma su alberghi, B&B, affittacamere sono illegittimi, come confermato dalle sentenze 9140/2024, 10247/2024, 8154/2024, della Corte di Giustizia Tributaria di Roma. L’associazione fa sapere che,  con l’errore che l’amministrazione comunale ha commesso, ha vessato inutilmente gli imprenditori della ricettività diffusa attivi nella Capitale e che negli ultimi giorni ha ripreso con la stessa modalità di accertamento già bocciata dai giudici, basata sul confronto tra dati della questura e dichiarazioni trimestrali del contributo.

Assoturismo rimarca il fatto che, da troppi anni i gestori delle strutture ricettive vengono utilizzati come bancomat del Comune di Roma. Appare chiaro, ormai, che le amministrazioni, tutte, sono incapaci di governare questi nuovi fenomeni di ricchezza derivati dal turismo diffuso. La ricettività è la colonna portante del turismo romano, e forse proprio perché registra buone performance si decide di spremerlo, prima con l’aumento della tassa di soggiorno, poi con l’aumento dei ticket di metro e bus, poi con l’aumento per gli accessi dei bus turistici, e poi con vere e proprie cartelle pazze indirizzate agli operatori che i giudici condannano ma che il Comune di Roma riprende ad inviare, dando maggior lavoro ai gestori costretti a ricorsi inutili.

Assoturismo è perplessa sul fatto che errori gravi come questo, nessuno li paga: si verifichino le responsabilità interne all’amministrazione e si volti finalmente e definitivamente pagina. Per il bene di tutti. Questa vicenda non è costata solo agli imprenditori, che hanno sborsato milioni di euro non dovuti, ma anche ai cittadini, visto che il Comune dovrà sostenere ingenti spese a causa dell’errore.

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